"Continuerai a farti scegliere,
o finalmente, sceglierai..."

E' andata così

Renzi primo. Cuperlo secondo. Civati terzo: è andata così, alla fine, la storia senza alternative.
Ma, con molti ma.
Io non ho votato Renzi, ma spero davvero che sarà un buon segretario.
Renzi ha vinto per precise responsabilità di chi si è abusivamente appropriato della storia della parola sinistra, dimenticando la realtà, dimenticando che senza ricambio delle classi dirigenti non c'è democrazia, dimenticando che per essere "di governo" si devono poter vincere le elezioni, e quando le si vince si deve essere credibili e coerenti con i propri progetti.
Renzi sarà un buon segretario prima di tutto se chiuderà i conti con un pezzo di quel "gruppo dirigente" che sul suo carro è salito. E se capirà che bisogna dare al Pd schiena dritta, inflessibilità sul rigore morale, una funzione di educazione al civismo di cui l'Italia ha un bisogno enorme.
Oggi c'è un leader che propone la visione di una sinistra liberale.
E c'è una minoranza, che tale forse non è, se ai nostri iscritti e elettori facciamo finalmente scegliere non solo una persona che possa battere Berlusconi, ma la nostra linea sulla spesa pubblica, le spese militari, sulle opere utili e quelle dannose per l'Italia, sulla dignità di un paese che esclude dai diritti di cittadinanza (civili, appunto) milioni di persone. Una minoranza che spetta a Pippo Civati prima di tutti organizzare. Perchè ieri, oltre ad un Segretario qualcosa si è spento e qualcosa si è acceso.
Il voto di ieri si è composto di due insiemi. Un insieme di voto organizzato, e un voto spontaneo. Renzi ha prevalso in entrambi (e non aver deciso di poter vincere con una percentuale minore pur di essere davvero libero è una responsabilità pesante); Cuperlo è stato ampiamente secondo nel voto organizzato. Civati ampiamente secondo nel voto spontaneo. Ora quello pseudo gruppo dirigente del voto organizzato si dileguerà, lasciando ancora più soli e sole quei militanti, spesso anziani, che (giustamente) non si rassegnano a non avere più il Partito come un collettivo di discussione, decisione, azione. Questo spirito va raccolto, sganciato dalla nostalgia di ciò che fu, e indirizzato al futuro. Insieme a quelle centinaia di migliaia di persone che hanno vinto delusione e rabbia, e che con il voto a Civati hanno fatto nascere uno spazio nuovo. Quello spazio convinto che il reddito minimo garantito, i matrimoni egualitari, i rifiuti e il consumo di suolo zero, le tasse più sulle rendite e meno sul lavoro, la lotta alla corruzione e ai conflitti di interesse dovunque essi si annidino, la partecipazione dei cittadini (sempre), non sono battaglie di nicchia, radicalismi più o meno chic che non potranno mai vincere. Sono idee per cui vale la pena lottare, con una squadra di persone che lascino a casa piccole e meschine ambizioni personali, e che invece siano pronte ad essere una luce in un paese dove da troppo tempo regna il buio della rassegnazione.
Se Renzi saprà essere una guida in grado di riaccendere entusiasmo, e se non si lascerà senza una minoranza agguerrita, sarà nato il Pd. Il che, piaccia o no, non sarebbe un male. Anche per chi continua a disprezzarlo.

L'alternativa che c'è

Renzi vincerà le primarie, Cuperlo sarà secondo, Civati terzo. Molti la vogliono così la storia di domenica prossima. Già scritta. Senza alternative, come ci siamo abituati a fare su tutto. E se questa storia si potesse cambiare? Chiudete gli occhi, e provate a immaginare cosa accadrebbe lunedì 9 dicembre se il Partito Democratico avesse Civati come segretario. Molti, a cui fa un po' ribrezzo solo pronunciarlo il nome Pd,  avrebbero finalmente una casa politica.
Ma soprattutto, ci sarebbe un Partito che si occupa di cambiare le condizioni di vita.
Perchè se hai il reddito minimo garantito lo sfruttatore che ti offre 3 euro l'ora per una postazione in un call center hai lo strumento per mandarlo a quel paese. Perchè la metropolitana d'Italia (nel senso di investire sulle ferrovie regionali e non sulla tav o le megastrade inutili), i rifiuti zero, il consumo di suolo zero, significa non restare intrappolati nel traffico, nello stress di città sovraffollate dalla speculazione edilizia, significa avere il diritto di godere del paesaggio e della bellezza di un Paese diverso. Perchè se hai un compagno o una compagna potrai decidere liberamente, se avere diritti da conviventi o se unirti in matrimonio. Perché se sei una donna che sceglie di interrompere la gravidanza secondo una legge che esiste e che hanno anche votato tutti gli italiani non farai più lo slalom tra obiettori di coscienza che ti colpevolizzano; e se invece sei una donna che una gravidanza la vuole ma hai malattie che lo impediscono non avrai più una legge che vieta la fecondazione assistita. E per centinaia di altri perché. 
Se ne occuperebbe perché guidato da un gruppo dirigente libero di farlo. E liberissimo di essere mandato a quel paese se non lo facesse.
E soprattutto: se ne potrebbe occupare perché un Partito così, le elezioni al tempo della crisi, le vincerebbe.
Vuole infatti la descrizione del futuro senza alternative che serve Renzi perché solo lui può battere Berlusconi.
Pura distorsione. I fautori del “non ci sono alternative” dimenticano che è al passato che non si possono imporre alternative, mentre il presente è il momento della libera scelta per condizionare il futuro (altrimenti, e questo vale purtroppo per molti, si è automi incapaci di libero arbitrio).
Non c’è alternativa nel passato al fatto che il 25% degli italiani (il 70% tra i più giovani), hanno votato il Movimento Cinque Stelle, soprattutto perché nessun Partito sembra in grado di non perdersi in chiacchiere, di incidere sulla povertà che morde, su un paese messo al tappeto da corruttele e favoritismi vari, da conflitti di interesse che dal magnate delle televisioni all’amministratore locale che si spartisce mazzette sulla cementificazione riguarda la destra (in forma strutturale) e la sinistra (in una misura che va oltre le “poche mele marce”).
Questa storia fa sì che per vincere, il Pd, il centrosinistra, non debba solo battere Berlusconi (su cui, ha ragione Civati, il cognome è lo stesso, ma non è detto che sia Silvio), ma anche il Movimento 5 stelle. Che si batte sfidandolo a fare insieme le cose su cui ha ragione, per mettere finalmente in evidenza ciò su cui ha torto (vedi immigrati e litania che destra e sinistra uguali sono, che è la base culturale essenziale della destra). Perché la sua base sono cittadine e cittadini che non vogliono nemmeno sentirli parlare i “politici”. E questo non è un problema di voti. Ma di democrazia.
La proposta di Civati non è quella che meglio si inserisce in questo scenario?
Non è la sua, la proposta che dà in mano ai molti (militanti sinceramente appassionati del Pd) le chiavi per riavvicinare le persone ad un Partito? 
Renzi può piacere o non piacere per il suo programma, che poi è la Terza Via degli anni ’90 salvo il problema che c’è una crisi finanziaria che ha distrutto il presupposto di quella visione. Ovvero quella per cui la globalizzazione economica creava più ricchezza, senza limiti. E che la sinistra poteva accettare il capitalismo finanziario perché di questa maggiore ricchezza un po’ poteva ridistribuirne.
Ma non può che dispiacere perché anche il nostro, poverino, è stato colto dal virus del “non ci sono alternative”. Per essere Segretario e candidato premier, deve aver pensato, “non ci sono alternative” a caricarsi buona parte di quel gruppo dirigente che diceva di voler rottamare. E invece poteva sceglierla una strada diversa. “it’s freedom, stupid” per parafrasare il Clinton degli anni 90 che tanto sembra piacere al nostro. Se non eserciti libertà ti giochi la credibilità, chiaro Matteo?
Cuperlo è rimasto a Gaber “la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopodomani la facciamo sicuro”. Parla bene l’ex belloccio, è bravo a fare analisi. Ma poi? Poi, la sinistra, il lavoro, la crescita fatta con la spesa pubblica non diventeranno mai azione, perché alle larghe e incondizionate intese dei pasdaran dell’austerità, non quella di Berlinguer eh, quella che “ce la chiede l’Europa”, “non ci sono MAI alternative”. E così si diventa dischi rotti che nessuno ascolta più.
La verità alle volte è sconvolgente; così tanto da non volerla vedere. La verità è che le alternative esistono. E si scelgono. Altrimenti non avrebbe senso la democrazia, non avrebbero senso le primarie, non avrebbe senso un Partito.

L’alternativa c’è. Bastano 2 euro, il documento di identità, e la voglia di scrivere con la matita al seggio delle primarie la storia di chi ha scelto un altro futuro. Che senza atti di fede, senza urla, né arroganza, oggi ha un nome e un cognome. Quello di Pippo Civati.

Le mie riflessioni sul congresso del Pd di Albano

Cari dirigenti e iscritti del Partito Democratico di Albano,

Ho deciso di rivolgermi a voi, a qualche giorno dai due terzi di congresso (Albano centro e Cecchina) che abbiamo svolto lunedì e martedì, con una nota che sarà lunga e per alcuni noiosa.
Serviva tempo per ragionare a mente fredda su ciò che è successo.
Servono tante parole, per snodare un pensiero lungo che non lasci spazio ad equivoci.

Intanto grazie. Grazie di cuore alle 225 Democratiche e Democratici che hanno dato consenso e forza alla linea politica che abbiamo proposto e che io, come candidato Segretario, ho portato avanti.
Grazie per esservi iscritti al Partito.
Grazie per aver contribuito, con la quota di iscrizione,  alla possibilità per il Pd di avere una sede, di organizzare iniziative, di stampare materiali.

Allo stesso tempo, senza i giri di parole tipici di una politica che non ci piace, dico:
questo congresso io, Marco Guglielmo, l’ho perso.
L’ho perso a causa di diversi errori commessi. Uno su tutti. Quello di essermi concentrato molto sul mio racconto senza tenere nella giusta considerazione che bisognava affrontare ciò che si raccontava di me. Sarebbe servito un lavoro paziente e accurato per far capire che la nostra non era una battaglia per sostituire qualcuno in un “posto di comando”; che la nostra proposta è per il Pd e non al servizio di chi al Pd vuole male. Errori che ho compreso e che mi guideranno nei prossimi mesi. Perché in politica non basta essere persone coerenti e credibili. Chi fa politica si misura col consenso. E serve dunque che la credibilità possa essere toccata con mano, nel concreto, quotidianamente.

Avrei molte ragioni per dire che in realtà questo congresso non è stato perso, essendo stato impedito lo svolgimento del Congresso di Pavona.
Impedito da chi ha prima presentato una lista illegittima per il direttivo del circolo (è così strano che chi non è iscritto al Partito non possa candidarsi ad esserne dirigente?) per poi bloccare i lavori del congresso non accettando l’applicazione delle regole arrivando a causare pericolo per l’incolumità per le persone presenti e danneggiare la sede del Partito.

Ma i dati dei congressi di Albano centro e Cecchina dicono che c’è un forte consenso attorno ad un’altra linea politica.
La maggioranza assoluta dei membri del direttivo dell’unione comunale è stata eletta.
E dunque c’è un segretario che è giusto che possa svolgere la sua funzione. 618 persone hanno votato Alessio Colini.
Rivolgo ancora una volta il mio augurio di buon lavoro al Segretario dell’Unione comunale.
Allo stesso modo rivolgo un caloroso in bocca al lupo ai due segretari di circolo eletti, Angelo Fedeli ad Albano Centro e Stefania Cavalieri a Cecchina.

Dispiace però, e non poco, che a congresso ancora aperto, il primo atto del Segretario in pectore sia stato quello di lanciare una provocazione su ciò che invece richiederebbe una attentissima riflessione.
Scrive Colini: “L'affluenza ad oggi è stata molto alta e questo è un bellissimo e positivo risultato per il PD di Albano. Adesso qualcuno, come al solito, proverà a insinuare dubbi sulla bontà della partecipazione. La cosa certa è che sì è potuto constatare, per chi è venuto, che molte persone che da diverso tempo non partecipavano alla vita politica sono venute mettendosi in fila ed hanno voluto testimoniare che ancora oggi il PD può rappresentare una vera proposta politica democratica aperta alla partecipazione.”

Io non insinuerò nulla.
Affermerò ciò che ho visto, offrirò la mia opinione in merito, riporrò fiducia e speranza nella possibilità di essere smentito sui dubbi che mi assalgono da giorni, pronto in tal caso a rivolgere pubbliche scuse a chi si sentisse in qualche modo offeso da queste mie parole.

Il nodo è che i congressi hanno visto, accanto a centinaia di persone che hanno volontariamente e consapevolmente partecipato ad un momento di democrazia sostenendo liste e linee politiche diverse, molte altre che poco o nulla hanno a che vedere con il Pd e con un congresso che ne ha stabilito la linea politica dei prossimi anni.
Una forte partecipazione popolare è una condizione necessaria perché ci sia democrazia.
Ma non è sufficiente.
La democrazia è tale se sussistono un insieme di elementi: l’informazione libera offerta alla platea di chi ha diritto di partecipare, la possibilità per chiunque di formulare la propria  scelta in assoluta libertà, senza alcun condizionamento esterno, la parità di opportunità per le idee in campo di confrontarsi.
Tutti elementi presenti nel congresso di Albano? Io credo di NO.

Prima di elencare ciò che ho visto e che credo sia un grosso problema per il Pd di Albano (e magari fosse un problema solo ad Albano) ribadisco un concetto essenziale.
Mi faccio una domanda e mi do una risposta.

DOMANDA: SENZA QUELLA PARTE CHE IO DEFINISCO “VIZIATA” DI PARTECIPAZIONE AL VOTO  IL RISULTATO DEL CONGRESSO SAREBBE STATO DIVERSO?

RISPOSTA: NO, NO, NO, ASSOLUTAMENTE NO. C’E’ UNA FORTE MAGGIORANZA CHE HA SCELTO LA LINEA DI ALESSIO COLINI. QUESTO NON E’ IN DUBBIO.
Certo sono convinto che la proporzione numerica tra maggioranza e minoranza sarebbe stata diversa, e i numeri in politica non sono proprio una variabile indipendente, ma tant’è, non mi interessa e non è ciò che conta in questa analisi.

Mi interessa che non cali il silenzio sulle parole che dobbiamo pronunciare e i pensieri che dobbiamo produrre.
Che è invece esattamente quello che mi si chiede.
Di tacere in nome del “bene del Partito”.
Per me, il bene del Partito non è tacere, è l’esatto contrario: parlare, discutere, trovare soluzioni.
Il Partito lo danneggia chi invita a metterne in luce i vizi al fine di eliminarli?
O invece il fatto che questi vizi siano esistiti, accaduti?
O ancora il fatto che tali vizi siano sottovalutati, taciuti, trascurati?

·         IO HO VISTO persone con decine di banconote da 20 euro che venivano distribuite a tanti che entravano ad iscriversi. L’ho visto sia ad Albano Centro che a Cecchina, in una forma ed una quantità che non ha nulla di fisiologico (una persona che in quel momento non abbia quella disponibilità economica, voglia iscriversi e chieda un sostegno).
·         IO HO VISTO persone che si sono sempre dichiarate “di destra” venire a iscriversi al Partito Democratico.
·         IO HO VISTO esponenti politici del centrodestra, in particolare Ilario Gasperini e Marco Anderlucci, presenziare il congresso del Pd di Albano centro, avvicinare persone in coda per dargli indicazioni di voto. Non sono più del centrodestra? Sono nostri alleati? Amici o compagni di Partito? Ma tutto questo dove è stato mai discusso? A chi è stato comunicato? I passati organismi dirigenti sapevano e non hanno detto? Oppure non sapevano e dunque subiscono anch’essi decisioni prese altrove?
·         Premesso che per me l’integrazione sociale e civile delle persone di provenienza straniera, tanto più di concittadini europei provenienti dai paesi dell’Est è un tema serissimo, mai affrontato dal Partito Democratico a livello locale, IO HO VISTO troppi rumeni con le stesse tute da lavoro delle stesse imprese edili stare in coda per iscriversi. Magari sapesse essere il Pd il Partito che organizza politicamente le battaglie per rivendicare il diritto al lavoro e i diritti nei luoghi di lavoro. Quel tipo di presenza, se avviene un solo giorno l’anno, nel deserto dei restanti 364 giorni, fa sorgere UN DUBBIO enorme e terribile: che nel nostro congresso possano essersi inserite forme di “caporalato”, dove un datore di lavoro fa pressione perché i propri dipendenti vadano a votare per questo o quel candidato.
·         IO HO VISTO che tutto quanto sopra riportato era condotto da UNA delle liste. Io vengo accusato dai rappresentanti di quella lista di affibbiare patenti di moralità, di avere la presunzione di decidere chi sono i buoni e chi i cattivi. Queste sono accuse false e ridicole. Primo, perché le patenti di moralità lascio ad altri il compito di darle, nei contesti sociali o culturali dove abbia un senso per la collettività definire gli esseri umani (sacerdoti, giudici ecc.). Secondo, perché vorrei capire quale tra i due fatti è un problema. Assistere ad una scientifica occupazione del Partito con mezzi impropri? Oppure porre la discussione su questi fenomeni? Terzo, non sono un manicheo, penso che in ogni essere umano alberghino contemporaneamente  pulsioni al bene e al male, dove per bene e male io intendo il rispetto dell’altrui libertà o la sopraffazione su di essa. Il bello di essere umani è che ciascuno di noi può scegliere ciò che vuole essere. Non sempre è facile o lineare. Non è facile combattere con l’istinto dell’ambizione che ti fa danneggiare gli altri, dell’esercizio del potere al servizio dei pochi, dell’arroganza e del cinismo. Non è facile ma si può fare. Io ho semplicemente compiuto una scelta, libera e consapevole: quella di non usare nessun mezzo scorretto per ottenere consenso attorno alla mia candidatura. Tutti possiamo dire lo stesso?
·         IO HO VISTO gli sguardi sbigottiti degli altri, qualunque lista o candidato segretario sostenessero. Ho visto persone piangere o arrabbiarsi perché quello che stava accadendo non era giusto. Purtroppo però, HO VISTO E VEDO troppi sguardi girare altrove, non voler vedere una realtà abbagliante, e a queste persone chiedo uno scatto di orgoglio. Lo chiedo a Massimiliano Borelli, a cui durante il congresso di Albano centro ho chiesto di aiutarmi a fermare tutto, a fermare un congresso che non era più un congresso, a ridiscutere insieme, pronto a cancellare la mia candidatura se quello era l’ostacolo ad un dialogo tra persone legate da una comune visione dell’organizzazione di un Partito. Io chiedo a Massimiliano Borelli: tu cosa pensi del congresso appena svolto? Continui a dirti sconvolto da alcuni fenomeni? O il passare dei giorni cancella la tua memoria? Pensi ci sia bisogno di una riflessione pacata, seria, profonda? O pensi che in nome di una non meglio definita “Ragione di Partito” sia d’obbligo tacere e chinare il capo?
·         IO CHIEDO a tutti i dirigenti eletti di riunirci e discutere attorno a un tema: quali sono i comportamenti che ciascuno di noi deve cambiare per avvicinare migliaia di cittadini disgustati dalla politica, che non hanno più votato Pd o non lo voteranno perché non la vedono come una forza alternativa alla degenerazione culturale imposta dalla destra al nostro paese?

Spero davvero che si abbia la forza, con la discussione e il confronto, di smontare uno ad uno i dubbi da me sollevati, gli stessi che assalgono le menti di centinaia di persone che sognano una politica aperta, disinteressata, che trova il suo comandamento nell’interesse generale.

Sono inguaribilmente legato a un principio gramsciano, il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà.
Sono convinto che la forza della nostra volontà, quella di tutto il Partito Democratico possa mettere nero su bianco ciò che di brutto c’è stato in questa pagina, per poi voltarla, e dare un senso diverso al futuro del centrosinistra. Credo che ci sia un solo modo, uno soltanto, per indirizzarci, insieme, su questa svolta. Compiere atti di trasparenza totale circa ciò che siamo.
Per questo avanzo alcune proposte e richieste.

·         Chiedo alla commissione provinciale per il congresso di indagare su quanto avvenuto ad Albano centro, Cecchina e Pavona, così come in tutte le situazioni in cui vengano segnalate anomalie simili.
·         Chiedo a tutti coloro che stanno scrivendo del nostro congresso sui social network, prima di tutto a coloro che mi hanno sostenuto come candidato segretario, di non utilizzare termini offensivi verso le persone, ma di indirizzare la discussione, i commenti, le proprie opinioni, verso il cambiamento radicale di logiche sbagliate.
·         Chiedo alla segreteria dell’Unione comunale di porre immediatamente in essere alcune iniziative utili a fugare le questioni che ho sollevato. Primo, inviamo una lettera a tutti gli iscritti Pd, per ricordargli i diritti e i doveri sanciti nell’articolo 2 dello statuto nazionale, e in particolare il diritto “ad avere sedi permanenti di confronto e di elaborazione politica” e il dovere di “partecipare attivamente alla vita democratica del partito”. Inviamo a tutti gli iscritti il codice etico del Pd, che tutti hanno sottoscritto al momento dell’iscrizione. Chiediamo a ciascuno il consenso a rendere pubblico l’albo degli iscritti del Partito Democratico di Albano. Prenotiamo sin da subito una volta al mese uno spazio pubblico (il teatro Alba Radians, Villa Contarini a Pavona o altre sale di capienza idonea), per organizzare assemblee degli iscritti in cui chiediamo a ciascuno di partecipare con  le proprie idee e le proprie competenze. Inviamo a tutti gli iscritti, ogni due settimane, un resoconto dell’attività degli organismi dirigenti che hanno contribuito ad eleggere.
·         Chiedo a chi ha inteso partecipare alla quota di iscrizione di altre persone una rendicontazione trasparente delle risorse impegnate. Chi ha speso soldi? Quanti? Per quali ragioni? Se non c’è nulla di male, perché non mettere tutto nero su bianco?

Ci sono centinaia di iscritti, elettori potenziali o delusi che meritano chiarezza.

Per parte mia, sono a disposizione di qualunque confronto. 

cambiaVento. La mia sfida per la segreteria del Pd di Albano

La sfiducia verso i Partiti ha mille ragioni: la corruzione, le clientele, l’immobilismo, il personalismo, la banalità, l’incapacità di fare dell’Italia una comunità. Ma non per questo la politica non riguarda tutti; decide quante tasse paghiamo, quali servizi ci tornano in cambio, disegna le regole, i diritti e i doveri della nostra vita sociale.  Per chi la vede così ci sono due strade: rinchiudersi nella propria vita privata; o mettersi in gioco per cambiare le cose e diventare artefici del proprio futuro.
Rivolgiamo un appello a chi non vuole rassegnarsi: candidarci a guidare il Partito Democratico nella nostra città.
Per cambiare il vento delle cose che non vanno, dare respiro alla buona politica, costruire il Partito dei cittadini.
Vogliamo un Partito aperto e organizzato, dove la partecipazione sia un comandamento; dove la “sezione”  e “la rete”, i luoghi fisici e quelli virtuali, diventino finalmente coppie vincenti per discutere, confrontarsi, decidere, e dare seguito alle scelte che si compiono.
Ci candidiamo per dare ad Albano un Partito che non teme le critiche più feroci perché forte delle proprie idee, che cerca il dialogo con la buona politica anche quando si organizza al di fuori dai Partiti, condividendo l’obiettivo del Bene Comune.
E’ questo il momento per costruire la coalizione del cambiamento, il centrosinistra che guarda ai prossimi 20 anni, al posto di quello di 20 anni fa, al posto di chi guarda solo al prossimo mese o alla prossima elezione.
Il centrosinistra dei cittadini uniti da un progetto di territorio chiaro, semplice, appassionante.
La città a consumo di suolo zero, perché mancano servizi e non nuovi abitanti.
I Castelli romani a rifiuti zero, senza inceneritore nè discariche.
La metropolitana dei Castelli e la mobilità sostenibile, perché la qualità della vita è la nostra bussola.
Le “Città dei Laghi dei Castelli” candidate a diventare patrimonio dell’umanità dell’Unesco, sfidando noi stessi a ridare bellezza alla nostra storia, ai nostri centri, alle nostre tradizioni.
Qualità ambientale, turismo, artigianato e agricoltura, pilastri dello sviluppo che sconfigge  disoccupazione precarietà.
La partecipazione dei cittadini, sempre, e la rivoluzione digitale, strumento della trasparenza totale.
Per far vincere queste idee serve il Partito dei cittadini, un Partito che studia, si mobilita, affronta problemi e costruisce soluzioni. Facciamo soffiare il vento della fiducia, rinnovando idee,  facce e metodi della politica. Il congresso del Pd è l’occasione per tanti cittadini di rimboccarsi le maniche e scrivere insieme un futuro che assomigli ai nostri sogni migliori.
Perché la politica può essere lo strumento della speranza.

Perché riunire politica e speranza si può e si deve fare.

VITTORIA

Beh, ora possiamo dirlo. Marco Guglielmo consigliere!!! Grazie davvero di cuore a tutti quelli che mi hanno sostenuto, a tutti quelli che pur non avendomi votato mi hanno dedicato alcuni minuti per ascoltare le tue ragioni. Sono stato ambizioso, ho proposto un cambiamento radicale della città. Sostenetemi adesso, e davvero rivolteremo Albano!


per maggiori informazioni sull'esito delle amministrative di Albano appena scrutinate, potete consultare il sito del comune di albano, per praticità e comodità inseriamo solo il link del grafico a torta dei candidati a sindaco

Pensierino democratico 3: il frullato

Concentrati sulla domanda che ti sto per porre. Qual è la trasmissione di “informazione” più seguita in Italia? Il tg1 del (leccalecca) Minzolini che confonde prescrizione con assoluzione? Sbagliato. Il tempio delle scrivanie in ciliegio Porca a porca? Nemmeno questo. Il tg-cabaret del fedele Fede? Ma non scherziamo. Saranno forse Report o Annozero? Sì certo, e poi ti svegli tutto sudato… Dai, la risposta è altrove: è Striscia la notizia, il megapolpettone trash che da più di 20 anni spopola negli ascolti.
Prologo: il conduttore spara battute contro tutti i politici. Sigla: due avvenenti fanciulle, una bionda e una bruna si agitano sulle note delle hits dance del momento. Svolgimento: un servizio denuncia un’opera pubblica mai completata, stop: facce drammatiche dei conduttori, stop: sorriso a 5000 denti per il tapiro ad un qualunque personaggio famoso, stop: caso di malasanità che uccide persone, stop; volto cupo e scandalizzato stop; cane in studio che fa le feste, stop; i vip che si rifanno il viso, grasse risate, stop; e così via. Epilogo: sane natiche ben allenate in agitazione. E arrivederci a domani.
Morale: i politici sono tutti uguali; qualunque governo prova a fotterti. (E vagli a dare torto). Se ti stanno portando via casa, se non hai un ospedale, se sei stato maltrattato a scuola, truffato sul lavoro, c’è un solo rimedio; chiama Striscia.
Da bandiera rossa la trionferà a pupazzo rosso ti difenderà. Bel salto di qualità, no? Ma a chi giova tutto questo?
Si dice che sia un programma imparziale, in fondo attacca destra e sinistra, volti noti e sconosciuti truffatori. Vallo a trovare il difetto in un prodotto moralista senza morale, in quello sbrilluccicante dramma divertente.
Ora procedi al seguente esperimento. Prendi un frullatore: unisci i seguenti ingredienti: carote, aglio, ananas, mela, cipolla, fagioli, trippa, cozze, prezzemolo, finocchio, petto di pollo, orata, albicocca, e per finire un po’ di sterco… Ultimo ma non ultimo, prendi dei coloranti… scegli colori vivi e affascinanti, giallo, fucsia, un bel verde brillante, un blu dipinto di blu… Un, due, tre, via con la manopola, frulla frulla (nel mentre se fai un balletto sarà tutto ancora più divertente)! Ma che bel colore! Ma quanto è affascinante questo tuo composto, così creativo ed ipnotizzante! Un, due, tre… Bevilo tutto, bevilo piano… Che sapore ha? La risposta dalla tu, non voglio essere troppo volgare.
Riassunto del ragionamento: non tutto ciò che alla vista è affascinante ha un buon sapore. E ancora, non fermarti alle apparenze, guarda alla sostanza di ciò che ti propinano. Ora, per tornare all’inizio, pensa ancora alla domanda… A chi giova tutto questo? Secondo me giova a chi campa e impera sull’Italietta arruffona e truffaldina, allergica alle regole e sdraiata “a stratracannare, a stramaledire le donne, il tempo ed il Governo”. Se guardi bene il bel frullato-striscia, oltre i sorrisi, i bei seni, i simpatici pupazzetti e cagnolini, c’è un biscione, pronto a stringere la tua mente in una sensazione di appagante impotenza. Se ti costringono a pensare che non puoi fare nulla per te e per gli altri, puoi dire davvero di essere libero? Se la risposta è no, e questo è lo stato mentale della maggioranza degli italiani, possiamo davvero chiamare democrazia questo nostro bel Paese?

la Politica

Politica è decidere degli spazi del vivere comune. Quanto è lontana, da questa semplice essenza, la passerella di volti politici in ogni tg: siamo abituati agli scandali e alla corruzione; disarmati di fronte ai nostri sogni; solitudini egoiste e spaventate. Cambiare è mettere al centro di ogni scelta l'essere umano, la sua libertà, il rispetto di ogni altro simile e della natura. La dignità di chi non è suddito ha una forza che aspetta solo di diventare pensiero e azioni collettive.

La lezione della storia

Un appello, anzi un urlo di rabbia ai dirigenti del centrosinistra. Non è il momento di giocare al rialzo o al ribasso. Chi urla per lo 0,5% in più alle elezioni sbaglia, come sbaglia chi pensa che non si possa dire a Napolitano: "hai sbagliato". La storia insegna che la resistenza si fa insieme, unendosi. Fateci un favore: chiudetevi dentro una stanza e trovate una linea comune. Oppure tacete.

contro il golpe, ora basta!

Non sarà confacente al ruolo, ma chi se ne frega. Basta. hanno rotto il cazzo, Forza oggi in piazza e poi tutto quello che andrà fatto lo faremo.

dl salvaliste

se fanno il decreto salvaliste, bisogna ribellarsi! Sarebbe l'ultimo colpo ad un minimo di regole che ancora esistono.Significherebbe che i termini di qualunque tipo non hanno alcun senso... immaginatevi che arrivo all'ufficio postale dopo l'orario di chiusura e gli faccio causa perchè non accettano di farmi fare un pagamento... ecco più o meno la situazione è così. Comica, se non fosse tragica.

I VIDEO DELLA RIVOLTA